Come nel canto il motivo melodico riesce a conferire potenza di espressione alla frase lirica allo
scopo di favorire lo sviluppare e lo svolgersi dei sentimenti umani, così l'innato istinto del popolo, quando occorra
rivolgersi al bimbo ancora incapace di comprendere il valore della parola, usa valersi del giuoco delle assonanze,
specie di primitivo ritmo musicale che riesce a far presa ed a vincere l'attenzione di una mente ancora all'inizio
del suo svilupparsi.
Su questo giuoco sono basati il ritmo delle ninne-nanne, ingenue composizioni sempre dense
di affettuosità anche se semplicissime nella forma, e quello delle tiritere che accompagnano le varie fasi dei giuochi
infantili.
Sia le una che le altre variano di poco da paese a paese, ma col crescere delle distanze le differenze
si fanno sempre più manifeste, influendo su di esse anche le diverse locuzioni dialettali, fino a dare origine a tipi
nuovi. Per questo è interessante, seguire fin dal loro sorgere, località per località, questo accordarsi di rime e
ritmi.
Una delle ninne-nanne più in uso in città è la seguente, che viene cantata dondolando la culla dei bambini
in fasce
Fa ninín, o fa ninín ninana
Fa 'n bèl sugnin, cuntenta la to mama
Oh! ninín
Fa 'n bèl sugnin, cuntenta la to mama
Fa ninín, o fa ninín ninana
Ecco una ninna-nanna campagnola del secolo scorso:
A Ruma a Ruma an massà 'na musca
Chi vör al sangh ca porta la scüdéla
Chi vör al sangh ca porta la scüdéla
Fa un bèl sugnon ca t' truaret l'ufela
Nell'oltrepò sono comunissime le seguenti strofe:
Al mè fiulin l'è bèl e pö l'è bèl
e l' porta i risulin suta l capèl
i risuléi al porta a dü par dü
ansöi (nessuno) a l' mond è püssè bèl che lü