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'L dì d la festa (Il giorno della festa)

Viene così definita la sagra dei paesi o dei sobborghi della città, non solo ma anche di qualche rione dei più popolari della città stessa quali: Porta Salara e Porta Calcinara, facenti parte rispettivamente delle parrocchie di S. Michele e S. Teodoro.
Risalendo da Porta Calcinara verso il centro della città vi è una strada tuttora conosciuta col nome di Cuntrà di mül ove in antico venivano legate le bestie da soma che avevano trasportato materiali a Pavia.
Curioso il fatto che in talune località 'l dì d la festa è mobile, vale a dire cade di domenica, la prima o la seconda o la terza di un determinato mese, mentre in taluni altri, ad esempio in Borgo Ticino (parrocchia di S. Maria in Betlemme), la festa viene celebrata nel giorno preciso in cui cade, e precisamente all'otto di settembre, indipendentemente dal giorno settimanale in cui viene a trovarsi. In occasione di questa festa è abitudine di ogni famiglia anche povera di diramare molti inviti a parenti ed amici abitanti in altri paesi od in altri rioni della città, ed il piatto tradizionale è costituito dagli agnolotti (raviö) che qualcuno chiama anche i lasàgn cul goss.
Altro piatto di prammatica di questa festa è l'androt (anitra) che si fa arrosto, il tutto preceduto da abbondante antipasto.
Ogni famiglia sfoggia in questa occasione i vini migliori della propria cantina e nel giorno seguente ('l di d l'ufíssi) che si considera ancora festivo, s fà l ribatti, ossia si ripete il pranzo luculliano col pretesto d finì föra la roba ruta.
Queste sagre sono quasi sempre rallegrate dal ballo pubblico, pretesto alle ragazze di sfoggiare il vestito nuovo per mettersi in evidenza, ed ai giovani per tentare delle relazioni; ed il più delle volte vengono anche tenuti in piazza, dei divertimenti popolari, quali la cuccagna, la corsa nel sacco, la corsa degli asini od altro.
In questi giorni chiunque si presenti in casa di conoscenti è accolto meglio del solito, ed un bicchiere di vino è a tutti offerto e da tutti accettato.
Nel secolo scorso in certi paesi limitrofi al Po si era di opinione che la sagra non potesse considerarsi perfetta se prima di mezzanotte qualche giovane estraneo al paese (e questo quasi sempre per rivalità amorose) non fosse stato scaraventato nel fiume. Per fortuna che gli abitanti dei dintorni erano, come sono tuttora, degli abili nuotatori!