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Com'è fatto il sangue?
Il sangue è un tessuto liquido che rappresenta circa 1'8% del peso corporeo e che adempie a svariate funzioni vitali. Esso si conpone essenzialmente di una parte liquida, plasrna, e di una parte corpuscolata, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. In base a particolari sostanze presenti sulla superficie dei globuli rossi il sangue si differenzia in 4 tipi fondarnentali: gruppo A, gruppo B, gruppo AB, gruppo 0 (zero). Ognuno di questi gruppi è definito Positivo o negativo dalla presenza o meno del 'fattore Rh'



Per quale motivo dovrei donare il mio sangue?
Donare il proprio sangue significa poter salvare vite umane e mettere a disposizione della collettività uno strumento di insostituibile solidarietà umana. Donare il sangue è un atto volontario e non retribuito, che fa appello al senso civico di aiuto verso chi ne ha bisogno. In questi casi c'è bisogno di sangue:



Chi puo’ donare il sangue?
Chiunque abbia compiuto i 18 anni di età, abbia un peso corporeo non inferiore ai 50 kg e sia in buono stato di salute, può presentarsi presso una qualsiasi sede AVIS e chiedere di iscriversi all’Associazione per poter donare il proprio sangue. Chiaramente questi requisiti, non sono sufficienti per diventare un donatore. Una volta iscritto il candidato donatore verrà sottoposto a un colloquio e a una visita, da parte del medico, uniti ad accertamenti di tipo diagnostico e strumentale per verificare se vi siano controindicazioni alla donazione. In particolare esiste una precisa disposizione di legge, il decreto del Ministro della Sanità del 15 gennaio 1991 "Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue ed emoderivati" pubblicato sulla G.U. del 24.01.1991 che contempla tra i criteri di esclusione della donazione del sangue, tutte le situazioni giudicate a rischio. Ciò al fine di garantire la salute del donatore e del ricevente.



Ma io lavoro...
La legge 107/90 riconosce il diritto dall'astensione dal lavoro per l'intera giornata in cui si effettua la donazione, alla corresponsione della normale retribuzione e ai versamenti previdenziali per la medesima giornata. Tale retribuzione viene rimborsata al datore di lavoro dal Fondo Sanitario Nazionale, attraverso l'I.N.P.S.



Dove si può donare il sangue?
Ci si deve rivolgere alla sede AVIS per avere informazioni sulle Unità di Raccolta Sangue operanti nella zona. La frequenza annua delle donazioni non deve superare 4 nell'uomo e 2 nella donna, l'intervallo non deve essere inferiore a 90 giorni e comportano il prelievo di 400-500 ml di sangue, prontamente reintegrato dall'organismo. Occorre presentarsi a digiuno.



Non mi importa donare tanto se ho bisogno ci pensa l'ospedale
Il sangue umano è un "bene" che, fino a oggi, malgrado le notizie circolanti sullo stato delle ricerche, è "prodotto" esclusivamente dal nostro organismo, e pertanto:

- nessuna struttura ospedaliera è in grado di assicurare alcuna terapia trasfusionale senza la preventiva disponibilità dei donatori;

- per lo stesso motivo, la disponibilità del "bene sangue" non dipende dal mercato, quindi non ha un prezzo economico;

- per le ragioni esposte, lo stato non può che affrontare il problema - e deve farlo - con campagne di sensibilizzazione verso la popolazione e creare gli strumenti normativi per garantire la massima sicurezza possibile e l’ottimizzazione del sistema trasfusionale in tutte le sue articolazioni.

Donare il sangue fa male?
Per un adulto sano che si sottopone regolarmente alle valutazioni di idoneità la donazione non comporta alcun rischio. Esistono precise disposizioni che regolano la raccolta del sangue: la quantità di sangue che viene sottratta mediamente a ogni prelievo è minima ed è stabilita con Decreto Ministeriale in 450 centimetri cubi più o meno il 10%, e comunque in percentuale inferiore al 13% del sangue presente nell’organismo umano. L’intervallo tra una donazione di sangue intero e l’altra non deve essere inferiore a 90 giorni. La frequenza annua delle donazioni non deve essere superiore a 4 nell’uomo e a 2 nelle donne in età fertile. I controlli e le visite periodiche costituiscono inoltre medicina preventiva, a tutela dello stato di salute generale del donatore.

Perché i donatori Avis sono definiti "periodici"?
L’attività di AVIS è finalizzata a promuovere una donazione "sicura" del sangue e a rispondere efficacemente alle esigenze dei bisogni mirati e quindi programmati dei Servizi Trasfusionali, in funzione dell’obiettivo della "sicurezza". L’Associazione annovera tra le proprie fila solo donatori periodici, ovvero donatori che a intervalli regolari si recano presso le strutture trasfusionali per donare il loro sangue. I donatori Avis sono inoltre anonimi, volontari non retribuiti, responsabili. Queste persone sono molto controllate dal punto di vista medico, in quanto vengono costantemente sottoposte ad accurate visite e ad attenti controlli sul loro sangue. Poiché la loro scelta di donare è libera, non condizionata da altri fattori come quelli emozionali, risultano molto più affidabili dei donatori occasionali. Il ricorso ai donatori periodici consente:

  • massima sicurezza possibile
  • maggiore programmazione della raccolta del sangue;
  • possibile "conversione" dalla donazione tradizionale di sangue intero a quella differenziata mediante aferesi;
  • gestione delle situazioni di urgenza ed emergenza;
  • educazione sanitaria.

Donando periodicamente, non corro il rischio di assuefarmi alla donazione, per cui alla fine donare diventa una necessità?
La donazione periodica non implica nessun processo di "assuefazione" nel senso "scientifico" del termine, ove per assuefazione si intende l’impossibilità di rinunciare alla pratica di determinati comportamenti (vedi assunzione di droghe), assumendo il termine, in questo caso, una connotazione negativa comportando un danneggiamento psichico-fisico per la persona. Nel caso della donazione di sangue esiste una regola di periodicità nella donazione per garantire la sicurezza del sangue donato. Se la conseguenza a compiere quest’atto di estrema solidarietà può essere quello di ripeterlo a scadenze regolari, questo non potrà che farci sentire meglio nel senso della gratificazione che si può provare nell’aiuto dato gratuitamente a qualcuno, avendo recuperato un valore umano prezioso.

Con quale denaro funziona l’Avis?
L’AVIS è una associazione di volontariato che sostiene economicamente la propria azione con i rimborsi, stabiliti da un decreto ministeriale ed erogati per convenzione con le Aziende Sanitarie, delle spese sostenute per la promozione della donazione, l’invio dei donatori alle strutture trasfusionali e/o per la raccolta diretta delle unità di sangue. Nessun’altra cifra è corrisposta alle associazioni per il servizio di raccolta del sangue. Essendo una associazione di volontariato nessun socio, impegnato nell’associazione a qualunque titolo e con qualunque funzione, percepisce compensi. Sono stipendiati invece tutti i dipendenti che svolgono un lavoro permanente nell’associazione. Come previsto dalla legge sul Volontariato n. 266/91, tutti i volontari sono assicurati.

Ogni anno sento parlare di carenza estiva, ma non ci pensano i donatori?
La carenza di sangue nei mesi estivi è purtroppo un dato di fatto, per cui storicamente in Italia in questi mesi, si rilevano nelle regioni anche forti contrazioni nella raccolta a fronte di un fabbisogno stabile, poiché la partenza per le vacanze interrompe drasticamente i consueti flussi di raccolta. La donazione dei donatori abituali non è sufficiente a scongiurare il pericolo della carenza, creando seri problemi per i malati. Per questa ragione AVIS, da anni ha avviato un’attività di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica per garantire l’afflusso dei donatori a intervalli regolari presso le strutture trasfusionali, e ridurre il ricorso alle donazioni occasionali che sono un fattore di rischio per la sicurezza delle trasfusioni.

Donare sangue non fa male alle donne che sono già soggette alla perdite dovute al ciclo mensile?
La donazione di sangue per le donne non ha alcuna controindicazione. Lo Stato, attraverso il D.M. 15/01/1991 "Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue ed emoderivati", cautela le donne imponendo un massimo di due donazioni l’anno, che, invece, per l’uomo salgono a quattro. Il monitoraggio costante dell’emoglobina, effettuata preliminarmente a ogni donazione, e del ferro, assicurano la tutela della salute delle donatrici. Le stesse risultano essere particolarmente "adatte" alla donazione di plasma in aferesi che non incide assolutamente sulla parte corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine).

Cos’è la plasmaferesi?
Il sangue è composto per il 45% circa di cellule, la parte corpuscolata, e per il 55% circa di plasma, la parte liquida. Le funzioni del plasma sono numerose. Esso mantiene costante il volume di sangue circolante, dona ai tessuti e alle cellule sostanze prevalentemente di tipo nutritivo e di regolazione (ormoni, vitamine), raccoglie tutte le sostanze di rifiuto derivanti dal metabolismo delle cellule e le elimina attraverso i reni e il sudore, interviene nei processi di difesa immunologica e nella coagulazione. Oggi è possibile effettuare una donazione mirata (aferesi), cioè solo di alcuni componenti del sangue e, tra questi, il plasma (plasmaferesi). Nell’aferesi (termine greco che significa l’atto del "portar via"), attraverso l’uso di moderni apparecchi, i separatori cellulari, si ottiene dal sangue del donatore soltanto quella componente ematica di cui si ha necessità in quel particolare momento, restituendogli contemporaneamente i restanti elementi. Ciascun separatore cellulare filtra istantaneamente il sangue che defluisce da un braccio del donatore trattenendo il componente ematico necessario e restituendogli il rimanente. Con il prelievo in aferesi si ottengono concentrati cellulari o plasmatici più ricchi e quindi più idonei per un’efficace terapia trasfusionale di supporto. Una volta raccolto, il plasma viene conservato diversamente dal sangue intero e dai concentrati di globuli rossi, essendo congelato (se a temperatura inferiore a -30° C, può essere utilizzato per un periodo massimo di 12 mesi).

E’ vero che la carenza di sangue minaccia l’applicazione della legge sui trapianti?
La nuova legge sulla donazione degli organi riconosce che, in mancanza di dichiarazione contraria, tutti i cittadini italiani sono potenziali donatori. Il numero di trapianti sull’intero territorio nazionale dovrebbe così incrementare. Ma questa legge potrebbe non produrre i risultati sperati se in Italia non aumenteranno le donazioni di sangue e non sarà potenziata la rete trasfusionale pubblica. E’ gravissimo che la carenza di sangue minacci l’effettiva applicazione di questa legge. La disponibilità all’espianto tenderà a crescere in maniera progressiva, ma è prevedibile che troverà difficoltà scontrandosi con la mancanza di scorte necessarie a fronteggiare l’aumento degli interventi chirurgici di trapianto.

Qual è il rapporto tra donazione di sangue e rischio di infezioni da malattie virali ?
La trasfusione di sangue è un mezzo terapeutico indispensabile, ma non a rischio zero. Attraverso il sangue possono essere infatti trasferiti, dal donatore al ricevente, agenti biologici come i virus delle epatiti virali di tipo B e C, e il virus HIV responsabile dell’AIDS. Per la trasfusione di sangue intero o di emocomponenti, la qualità e la sicurezza dei prodotti dipendono essenzialmente dall’accurata selezione dei donatori, dal loro controllo e screening e dagli standard di sicurezza di cui il servizio trasfusionale è dotato. Per la trasfusione di emoderivati sono molto importanti altri fattori:

  • la provenienza del plasma
  • i procedimenti impiegati dall’industria sia per la produzione di emoderivati che per l’inattivazione virale degli stessi (high driver, solventi, detergenti)
  • L’uso di sangue a pagamento, oltre che per problemi etici, deve essere rifiutato perché aumenta il rischio trasfusionale; in Italia è perseguibile per legge in base all’art. 17 L. 107/90. Il rischio è più basso laddove il prelievo venga effettuato su popolazioni controllate, in centri igienicamente sicuri e con tecnologie adeguate (Direttive del Consiglio d’Europa).